– “Il testo che hai scritto per la mia lettera va bene ma non capisco perché ha tolto l’ultimo paragrafo.”
– “Mi scusi, è che mi sembrava alquanto pleonastico.“
– Pleo… che? “Ehm… brava allora, ottima osservazione, continui così! “
E fu così che, per una volta, la vittima fu il capo, e il carnefice la sua dipendente.
Pleonastico [pleo-nà-sti-co] è un aggettivo maschile il cui significato è: inutile, superfluo, sovrabbondante..
In inglese si traduce con: pleonastic, superflous, unnecessary, mess.
Derivazione:
Il pleonasmo [pleo-nà-smo] (dal greco πλεονασμóς: pleonasmós) è il sostantivo di “pleonastico“, ovvero la figura retorica per cui si ha un’aggiunta di parole o elementi grammaticali esplicativi a un’espressione già compiuta dal punto di vista sintattico. A tale accorgimento si può ricorrere al fine di rendere una frase con maggiore intensità, forza, chiarezza ed efficacia.
Esempio: invece di dire semplicemente “non mi importa” costituisce pleonasmo dire: “non me ne importa nulla di questa storia!” oppure “Un po’ di coccole penso di meritarmele anch’io!“. Nei precedenti esempi le parti in corsivo sono pleonastiche proprio perché non aggiungono nessuna informazione in più rispetto a quanto già espresso.
Nel linguaggio formale scritto, specialmente in ambito lavorativo e ogni qualvolta sia ricercata una comunicazione di tipo essenziale ed efficiente, spesso è bene evitare di esprimersi in modo pleonastico. O, in altre parole, è meglio evitare i pleonasmi.
Dedicato a Valentina, vittima degli “Z” nel tempo in cui lo fui anch’io.
3 Commenti. Nuovo commento
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Onorata! Gli “Z” sono fra di noi: teniamo alta la guardia!
Vale, ma che bel mostriciattolo che ti rappresenta!
Molto solare davvero!
Bacio, D.