Ricordo una mia amica che mi chiamava “Ciuccio”.
Molto divertente quando si era, che so, in un centro commerciale e lei cominciava a urlare “Ciuccioooooo!!!” tutti gli uomini si giravano e io, serafico, commentavo: “tranquilli, è per me”.
Quello che mi da noia invece e la gente che non ci sente… come ti chiami?!? Lucio? Nuccio?
…Duccio!
Qui pro quo è una locuzione latina che nel periodo medievale veniva usata per segnalare un semplice errore di copiatura: lo scambio di lettera.
L’espressione stessa fornisce un chiaro esempio di questo tipo di errori: qui pro quo significa, letteralmente, qui al posto di quo.
Nell’italiano colloquiale e letterario, l’espressione “qui pro quo” è ancora molto usata nel significato più esteso di “equivoco”, “scambio di persona o cosa”.
La traduzione in inglese di “equivoco” è “misunderstanding” dalla contrazione dei verbi “to miss” (mancare) e “to understand” (capire).
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“Ciuccioooooo!!!”